....però ti amo!Una storia che ha recentemente segnato la nostra realtà in Valle Camonica e che ha spinto tre giovani a esprimere il problema con il linguaggio del teatro; poca narrazione, molta evocazione: uno spettacolo di Teatro Civile che indaga la sempre più concreta realtà delle violenze domestiche sulle donne.
Gli episodi di violenza non sono esplicati direttamente ma si colgono nel sottotesto di monologhi e dialoghi, i quali si muovono tra semplici ma diretti riferimenti all’allegoria donna-fiore. Un contesto quotidiano come un balcone che dà sul giardino accanto, incornicia una quasi grottesca relazione tra vicini, la quale sembra basarsi solamente sulla contemplazione di un giardino in fiore. La tematica riaffiora delicatamente per tutta la durata dello spettacolo, alternando ai dialoghi alcune riflessioni personali della protagonista. Essa ci mostra l’ingenuità di una donna ferita, la quale trova, nell’autoconvinzione della violenza come unica possibile realtà, una veloce ed efficace via di fuga dall’effettività di essere vittima. Il cuore le suggerisce sentimenti spontanei di dolore, narrativi di un malessere, la mente la allontana dalle sensazioni autentiche. |
«Per loro è difficile comprendere – spiega la vicepreside, del Liceo Golgi di Breno, Tiziana Pelamatti – Se prima pensavano a Gloria come alla loro insegnate ora si rendono conto che si tratta di un’altra donna vittima di violenza». [...]In meno di dieci anni gli omicidi sono stati 22, 18 quelli tentati e nella metà dei casi la violenza è avvenuta tra le mura domestiche coinvolgendo una coppia.
Niardo, 19 aprile 2015; Il Giorno - Brescia |
#SOFFRIREINSILENZIOUna storia lontana , uno spettacolo narrativo che riporta fedelmente la tragedia di Amanda Todd, affrontando di petto il tema del cyberbullismo.
Dialoghi e monologhi si alternano in una sceneggiatura informale, domestica e poco esplicita sostenuta da contenuti multimediali di repertorio che sostituiscono la realtà più cruda. La vita di Amanda ad un click di distanza: Canada, ottobre 2012. I media parlano di Amanda Todd. Scorrono foto, ricordi, hashtag ma non all’infinito, qualcosa si ferma, da quel 12 ottobre Amanda non posterà più nulla. Da quando aveva conosciuto "lui" su Facebook, la sua vita era cambiata. Esponendo al mondo il suo corpo ancora non da donna, in immagini scattate con la webcam durante un momento intimo. Lui era un cyber-bullo, ma Amanda non poteva saperlo. Da lì a poco, l'avrebbe minacciata di diffondere le immagini online, se lei non avesse acconsentito di "dare spettacolo" per lui. Finendo poi per pubblicarle comunque. Tanto che Amanda ha ricevuto la notizia dall'agente di polizia arrivato a casa sua, che le ha detto poche parole: "Le tue foto le hanno viste tutti”. Ha inizio così una fuga dagli sbagli, dalla realtà e dal passato, una discesa in un pozzo di incapacità di reagire a chi ledeva cinicamente la sua sensibilità. |
''Non ho nessuno, ho bisogno di qualcuno", scrive Amanda con la sua calligrafia da ragazza. Negli ultimi fotogrammi del video, sulle sue braccia si vedono dei tagli. Non si sa se provocati da altri o da lei stessa, segni arrivati fino alla pelle dall'anima irreparabilmente danneggiata di un'adolescente. Le ferite di Amanda non si chiuderanno più, la sua storia diventerà una cicatrice come altre simili che vedono l'innocenza scontrarsi con la violenza. E quello scorrere di note, cartelli che raccontano il tormento della ragazza dall'inizio alla fine, sono ora il più potente viatico possibile contro l'alienazione umana, presente e agghiacciante anche nella cosiddetta epoca “social".
12 ottobre 2012; La Repubblica |